Breve storia di come accontentare un paio di piloti (veri). In pratica, dal motorsport al modellismo il passo è breve. Modellismo, ovvero riproduzione in scala ridotta di qualche cosa che ci ha lasciato dei sentimenti. Si può parlare di riproduzione di monumenti, di navi, di momenti storici, di oggetti comuni e di automobili.
Che sia statico o dinamico l’automodellismo riproduce in varie scale le auto che vediamo per strada o in pista. Le case produttrici di modellismo dinamico, per ovvi motivi economici, generalmente si orientano nella riproduzione di auto da competizione e nel farlo solitamente scelgono le livree ufficiali o quelle particolarmente accattivanti, magari inventandole.
Ma non ci sono solo questi pochi esempi che troviamo nei cataloghi. Il mondo del motorsport vive su molti piloti dal buon piede che con fatica mettono insieme il budget per correre e divertirsi.
E’ il caso di Francesco Dracone, con un passato in Formula Indy e in varie altre categorie, che con il suo compagno di squadra Jacopo Baratto, istruttore in autodromo a Monza, ha partecipato nel 2018 al campionato European Le Mans Series con un Ligier.
Il modello esiste, in 1/32 in resina per gli appassionati di slot, ma la loro livrea no. Ai due ragazzi fa piacere avere un ricordo delle auto con le quali hanno gareggiato ed ecco che mi vedo arrivare in ditta due kit di questo modello.
Assieme ai pezzi del modello, ruote, gomme e pianale ci sono le foto del campionato e due pezzi di vinile con la richiesta di fare la loro auto.
Il wrapping, ovvero il sistema di decorare le auto con grandi fogli di vinile adesivo qui è su tutta l’auto e rappresenta il primo problema. Il colore non ha una corrispondenza in colorificio, quindi devo realizzare a campione una tinta blu metallizzato opaco che si avvicini il più possibile al vero.
Dopo qualche tentativo ci arrivo, vernicio i modelli ai quali applico un trasparente opaco protettivo. La pinna, gli specchietti e i flap anteriori invece sono arancioni, ma per questo fortunatamente esiste un colore RAL di riferimento e la tinta è lucida.
Con le foto e il modello verniciato realizzo gli adesivi. partendo da foto, misure, e loghi originali creo un file di stampa da far stampare con un certo tipo di macchinari, che abbiano la possibilità di stampare il bianco di supporto alle parti colorate, indispensabile per far risaltare i colori.
Una cosa di cui spesso non ci rendiamo conto è che le stampanti normali laser o a inchiostro usano colori non coprenti, “traslucidi”, perché il bianco di fondo… solitamente è la carta!
Nel fare i disegni scopro cose simpatiche come la bandiera del Piemonte al posto di quella Italiana per il nome di uno dei piloti, il colore codificato con precisione per le tabelle portanumero, l’entità di alcuni sponsor e, infine, che questi piloti alla fine sono proprio come noi.
Giocano, si divertono, l’adesivo all’amico sulla macchina lo mettono senza problemi, si fanno sponsorizzare da chiunque per avere il budget ma mai (!) diranno di essere ufficiali, stipendiati o altro quando in realtà sono “semplici” piloti clienti. Una distinzione che per loro è molto importante e sulla quale fanno grandissima attenzione.
A questo punto non devo fare altro che assemblare il modello e scoprire che ci sono un po’ di problemi. I vetri non sono precisi, non ci sono le sedi per posizionare le ruote, non ci sono i supporti per posizionare gli assali che tengono le ruote, mancano completamente gli interni e altre piccolezze che rallentano un po’ il lavoro. Per fare statico un modello slot non basta togliere la meccanica, servono altri accorgimenti.
Alla fine il lavoro è accettabile, mi sono anche un po’ divertito a fare un lavoro diverso dal solito e i ragazzi sono contenti e sotto l’albero hanno messo la promessa di correre anche il prossimo anno insieme. Confesso che sono curioso di sapere con cosa e con che livrea.
Lascia un commento